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Gian Francesco Galeani Napione

Saggio sopra l'Arte storica

Capo secondo

Note editoriali

Indice | Dedica | Prefazione | Capo I | Capo II | Capo III | Capo IV | Capo V | Capo VI | Appendice

Capo II

Della natura della Storia, e delle sue varie partizioni.

[34] La miglior partizione a mio parere, che si sia data giammai della umana dottrina, si è quella del sommo Filosofo Bacone da Verulamio (1), deducendosi non dalle esterne cose, ma dalle stesse facoltà dell'anima razionale, che è la fede della dottrina. Tre pertanto essendo le facoltà dell'anima, vale a dire la Memoria, la Fantasía, ed il Raziocinio, l'esercizio di queste tre facoltà somministra la più essenziale partizione della scienza, che dar si possa, onde tutta l'umana dottrina resterà compresa dall'esercizio della memoria, che Istoria addimandiamo, da qquello della Fantasía, che Poesia si dice, e da quello del Raziocinio, che chiamiamo Filosofia.

[35] Vero è, che se Bacone(2) ben la divise, non ne fissò troppo esattamente i confini, dicendo essere propriamente materia della Storia gli individui, che sono circoscritti da luogo, e da tempo, della Filosofia le nozioni astratte da quelli: perciocché non distinguendosi la Storia dalla Filosofia per riguardo alla diversità della materia, ma per riguardo alla diversa facoltà dell'anima, che è posta in esercizio, si estendono entrambe queste facoltà tanto quanto la natura medesima delle cose esistenti, onde è proprio della Filosofia lo scoprire le occulte proprietà delle cose, della Storia il presentare alla mente le idee delle cose, che o vengono senza fatica avanti allo intedimento, o si sono ricavate dalla oscurità, in cui giacevano per mezzo del raziocinio medesimo. La Storia pertanto è la esposizione del vero, la Filosofia ne è la ricerca. Se è così, essendo ufficio della memoria, come ognun vede, il presentare alla mente non solo le cose circoscritte da luogo, o da tempo, ma ancora le nozioni astratte, ne segue, che la Storia, la quale alla Memoria si riferisce, dovrà rappresentare non solamente gli [36] individui, ma le astrazioni eziandio. Gli individui adunque appartengono alla Storia, lo astrarre, ed il giudicare delle astrazioni alla Filosofia, l'esporre le astrazioni alla Storia di nuovo.

E tutto questo in certo modo fu riconosciuto dallo stesso Bacone, attesoché il dire, come fa altrove (3), che la Ragione dopo avere scelto dagli idoli, che i sensi le presentano, que' tali, che stima a proposito, gli trasmette di nuovo alla Fantasía, è il medesimo, come se dicesse, che la Fantasía ne forma una Storia, intorno a cui si adopera di nuovo la Ragione. Lo scegliere poi da diversi idoli e lo astrarre è una cosa medesima, non essendo altro lo astrarre se non il scegliere fra le diverse proprietà, e qualità di un ente quelle, che fanno al proposito nostro.

Del resto si dee osservare, per concepire la forza dell'argomento ricavato dalle parole del medesimo Bacone, ch'egli quì non si serve della voce di Fantasía nel medesimo [37] significato, in cui l'usò sopra, riferendo a questa facoltà dell'anima la Poesia. Quando dice Bacone, che alla Fantasía si riferisce la Poesia (4), intende con questa voce di significare quella facoltà, che ha l'uomo d'imitar la natura, od anche d'immaginarla più bella (parlo di questo noostro Mondo visibile), così dicesi, che Omero ha dato un mondo ideale agli uomini per sollevarli nel soffrir le noje del vero e reale. Tale è il Regno di Salento del Fenelon, l'Elena di quel Pittor Greco, la Galatea di Rafaello (5). Od anche di renderla più orribile, e deforme di quello, che scorgere si possa in natura, come fece in gran parte del suo più famoso Poema l'Omero Inglese, onde ebbe a dire un tratto piacevolmente il Signor Voltaire [38] essere questo fatto per la casa del Diavolo: come pure quel mostro, che da diversi orribili, e schifosi animali raccolse il Vinci, secondo che narra il Vasari (6). Ma qui per Fantasía intese più ampiamente Bacone la facoltà di apprendere gli oggetti, e la memoria, a cui la Storia si riferisce, non è se non una facoltà subordinata alla Fantasía, che le serve direi come di ministra, riconducendogli avanti quegli idoli, ch'ebbe una volta presenti (7), e che la Fantasía non può, per essere facoltà di un ente finito, tener sempre innanzi. Fu adunque questo insigne Filosofo ingannato dalla comune idea, che si ha della Storia, e che non abbraccia secondo i più di tutta la Storia della Natura altro se non la Storia de' corpi, cui egli aggiugne la Storia delle Arti meccaniche; ma quanto più estendasi la Natura, ognun lo vede.

 

§. I. Varie partizioni della Storia. Partizione prima per rispetto alla materia in Istoria della Natura in se, ed in Istoria delle operazioni degli Enti liberi. Trattasi della Storia della Natura in se.

[39] Ora che abbiam veduto ciò, che è la Storia, convenevol cosa è, che se ne scoprano le varie divisioni. Chi ben conosce la materia ben la divide, nel che però si vuol notare, che le divisioni possono essere diverse, vere tuttavia. I più sottili Filosofi non conoscono che proprietà, e relazioni delle cose, e chi ne conosce più, non chi le conosce tutte (che questi non si trova) è il più dotto, dal che ne segue, che chi le guarda per un lato ne dà una visione, chi per un altro un'altra. L'error loro può essere in tre modi. Guardando una proprietà ideale, che non è. Credendo, che sia una pricipale o sola proprietà una, che non lo è. E finalmente confondendo proprietà di genere diverso.

La Storia si divide pertanto (per riguardar le più principali facce dell'oggetto): I. Per [40] rispetto al diverso genere di materia: II. Per rispetto alla maggiore, o minor estension sua: III. Per rispetto al diverso modo di essere trattata. E in quanto al primo capo, per cui si può dividere, non restringendosi la materia della Storia a quegli stretti limiti, a cui la ridusse Bacone, ma più ampiamente estendendosi, è forza, che troppo scarse riescano le divisioni date da lui. Perlaqualcosa io stimo doversi prima di tutto dividere la Storia in Istoria della Natura, ossia delle sostanze in se, ed in Istoria delle operazioni degli enti liberi.

E per cominciare dalla Storia della Natura, non essendo nella Natura soltanto rinchiuso il Mondo corporeo, ma ancora lo spirituale, e l'intellettuale, che compongono la sfera di tutte le cose esistenti, ne segue, che la Storia della Natura si divida di nuovo in Istoria del Mondo spirituale, del corporeo, e dell'intellettuale.

La Storia del Mondo spirituale abbraccia sotto di se la Storia della natura di Dio, degli Spiriti, e dell'anima umana; in questo senso chiamò Aristotile l'esposizione della natura dell'anima Storia dell'anima (8), il [41] che diede molto da fantasticare a' polverosi Scolastici, ed in questo senso disse pure taluno, che Locke avea fatto la Storia dell'intendimento umano, avendone gli altri avanti lui (della qual cosa però non voglio entrare mallevadore) fatto piuttosto il Romanzo.

La Storia del Mondo corporeo comprende sotto di se la Storia del corso ordinario della Natura ne' corpi, e la Storia de' mostri, e fenomeni straordinarj. Bacone aggiugne la Storia delle Arti, e dice, che siccome la prima tratta della Natura libera, e sciolta, la seconda degli errori, tratta l'ultima de' ritegni, con cui ristretta questa dagli uomini, è forzata a cangiar forma. e quasi a rinnovarsi, e loda per questo capo la Storia Naturale di Plinio, la quale tutti tre questi generi rinchiude. Io penso tuttavia, che la Storia delle Arti riferir non si debba in niun modo alla Storia del Mondo corporeo, eccetto che per Istoria delle Arti intender si volesse l'esposizione di que' miglioramenti, di cui col ragionamento, cioè colla Filosofia altri ha scoperto esser capace la materia rozza, ed informe: ma questa viene già compresa dalla Storia del corso ordinario delle cose, poiché dalla cognizion de' corpi ne sorge la ricerca delle Arti meccaniche, [42] la qual filosofica ricerca dà la Storia intrinseca delle Arti. La Storia estrinseca poi delle medesime, cioè non quello, che si può fare, ma quello, che veramente fu fatto, appartiene alla Storia delle operazioni umane, di cui presto dovremo trattare.

Del resto la Storia sia del corso ordinario, che de' fenomeni straordinarj della Natura, si divide di nuovo in Istoria de' corpi celesti, ed in Istoria della Terra: da queste molte altre divisioni si diramano, come sarebbe a dire la Storia della Terra in Istoria della sua superficie, ossia Geografia fisica, Storia de' fossili, Storia animale, Storia de' vegetabili, di cui troppo lungo sarebbe il parlare.

La terza parte della Storia della Natura è la Storia del Mondo intellettuale, ed astratto, che comprende sotto di se la Storia delle verità Ontologiche Morali, e Matematiche, le prime astratte da qualunque essere, le seconde dagli enti liberi, le terze da' corpi. Già abbiamo veduto sopra, che delle astrazioni non meno che degli individui si dà pure la Storia, come si dà anche il Romanzo. Spinoza, e Cartesio, per citare de' Romanzieri più insigni in queste [43] materie, seppero tessere de' bellissimi Romanzi, l'uno della sostanza, l'altro della materia; più rari sono i Romanzi nelle Matematiche, ma abbondano tanto più nelle Morali: Obbesio, Rosseau, ed altri moltissimi ne possono esser la prova. Di questa verità, cioè che la Storia tanto ampiamente si estendesse, quanto la Natura, parve che se ne desse alcun cenno il Signor Genovesi, quando disse, che siccome il carattere del sodo Filosofo (9) ha molto di simile con quello dell'onesto, e sincero Storico, così quello del Sofista rassomiglia molto al Romanziero, uscendo l'uno e l'altro dallo stato della natura, e già avanti in altra sua Opera (10) avea detto, che tutta la umana Scienza circa al Mondo reale constava di due abiti, cioè di memoria, e di raziocinio, che è tanto quanto dire di Storia, e di Filosofia (11) .

 

§. II. Storia delle operazioni degli Enti liberi.

[44] Passiamo ora alla seconda parte, in cui abbiamo divisa la Storia per rispetto alla materia, cioè alla Storia delle operazioni degli Enti liberi. Qui prima di tutto fa uopo avvertire, che quando dicesi Storia delle operazioni degli Eti liberi, non s'intende di parlare di tutte le azioni, che dagli Enti liberi si fanno, ma soltanto di quelle, che fanno, come tali. Così i detti di un Profeta (12) appartengono alla Storia delle operazioni divine, le azioni di un invasato alla Storia delle operazioni de' Demonj (se pure a que' cattivi Genj si può concedere libertà) quelle di un forsennato alla Storia della natura del corpo umano, quantunque per l'influsso, che hanno nella Storia delle umane azioni, se ne debba non poche volte far conto, e mescolare una Storia coll'altra, del che parleremo dopo aver data quella più distinta [45] divisione, che per noi si possa della Storia in genere.

Di più le stesse operazioni di Dio, che non le cose esterne, ma se, e la natura sua riguardano, non potendole per la stessa perfezion sua voler diversamente, come sarebbe voler la giustizia piuttosto che la ingiustizia, il bene piuttosto che il male delle creature, mi pare, che meglio appartengono alla Storia della natura sua, che alla Storia delle azioni degli Enti liberi, alla quale riferirei soltanto le operazioni di Dio circa le cose esterne. Si vuol pure avvertire, che sotto il nome di operazioni degli Enti liberi non intendo soltanto quello, che da essi fu fatto, ma anche quanto fu detto, e quando venir se ne possa in cognizione, anche pensato.

Ciò premesso, la Storia delle operazioni degli Enti liberi si divide in Istoria delle operazioni di Dio, in Istoria delle operazioni de' Genj sì buoni, che rei, ed in Istoria delle operazioni degli uomini.

La Storia delle operazioni divine si può dividere di nuovo in Istoria della creazione, Istoria de' miracoli, ed in Istoria delle rivelazioni, la qual'ultima comprende sotto di se e le rivelazioni di ciò, che una volta [46] ha da succedere, che chiamasi Profezía, e la Storia di quegli arcani della Divinità, che col lume solo della ragione mai scoprir non si potrebbono (13). E qui si può notare alla sfuggita quanto bene Bacone abbia lasciato scritto, che per comprendere gli Studi Teologici non faccia mestieri di altra partizione delle Scienze (14), quantunque poi a me sembri, che non troppo esattamente abbia detto esservi Storia, Filosofia, e Poesia della Teologia ingannato per aver distinto la Storia dalla Filosofia non per riguardo al diverso offcio loro, come dovea, ma per riguardo alla materia. La Rivelazione è una Storia unicamente, Storia però, che comprende un numero di così sublimi idee, che l'uomo co' mezzi ordinarj, e colle sole sue forze non potrebbe giungervi giammai, onde ci vengono in modo meraviglioso, e fuor dell'uso presentate. Ne resta adunque esclusa la Filosofia, se non quando chiamar volessimo Filosofia Teologica lo specular che si fa intorno a tali verità rivelate. In quanto [47] alle Parabole, le quali Bacone chiama Divina Poesia, appartengono piuttosto al modo di presentare la Storia della Rivelazione, che alla divisione della materia della Teologia.

Una riflessione ancora mi resta da fare innanzi di partirmi dalla Storia della Rivelazione, ed è, che non solo cadono sotto questo genere di Storia le Profezíe, ed i Misterj, cose, a cui la ragione umana non può arrivare, ma vi cadono pure quelle verità, le quali la ragione umana se non esitando, non oserebbe affermare; anzi di più un corpo intero di verità morali, quale si è quello, che la Religione ci presenta, dee cadere sotto la Sttoria della Rivelazione; perciocché quantunque a ciascheduna ragionando, possa l'uomo pervenire, non vi fu però mai tra' più savi Filosofi dell'antichità, né tra le più colte nazioni chi tutte le abbracciasse, come è ben noto a chiunque abbia una cognizion leggiera della Storia delle opinioni de' Filosofi, e del Genere umano.

La Storia delle operazioni de' Genj buoni o rei a poco si riduce, perché poco ci è noto delle loro libere azioni. Veniamo pertanto alla Storia delle umane operazioni, Storia, che come di cose tra noi seguite, ci è più nota d'ogni altra. [48] Sonovi azioni degli uomini, le quali hanno direttamente le azioni degli uomini medesimi per oggetto. Sonvi azioni degli uomini, le quali, quantunque indirettamente vengano nell'uomo a terminare, nondimeno direttamente hanno per oggetto od il Mondo reale, od il Mondo immaginario. La Storia pertanto delle operazioni libere degli uomini si divide in Istoria delle azioni morali, Istoria delle azioni umane circa al Mondo reale, ed Istoria delle azioni umane circa l'immaginario.

La Storia della azioni morali si divide di bel nuovo in Istoria delle azioni umane in quanto buone, o malvagie, che Istoria morale in più stretto significato chiamar si potrebbe, e questa comprende pure la Storia della vera, e delle false Religioni in quanto vengono seguite o rifiutate dagli uomini buoni, o cattivi. In secondo luogo in Istoria de' costumi indifferenti, come delle cerimonie delle varie nazioni, usi delle medesime, modi di conversare e simili. E finalmente in Istoria politica, che comprende la Storia del Diritto Pubblico de' popoli, la Storia della Legislazione, del Commercio, delle Negoziazioni, la Storia in somma di tutte [49] le umane azioni in quanto sono utili o dannose alla Società. A proposito poi di queste Storie morale, e politica si dee osservare, che abbracciano quelle azioni umane soltanto, nelle quali ciò a cui si ha da por mente, prima di tutto si è la giustizia, o l'ingiustizia loro, l'utilità, o il danno, che recano alla Società: perciocché, altrimenti tutte le operazioni umane cadrebbero sotto tali Storie, essendo tutte buone, o malvagie, utili, o dannose. Vero è però, che appunto dall'osservarsi sotto un tale aspetto le più notabili umane azioni, le quali si aggirano intorno al Mondo reale, ed immaginario, ne sorge la Storia generale di una nazione, Storia, di cui parleremo nel Capo seguente.

La Storia delle operazioni degli uomini circa al Mondo reale abbraccia quelle azioni dell'uomo, le quali quantunque indirettamente riguardino i bisogni, i comodi, ed i piaceri di lui, direttamente nondimeno si adoperano intorno alla natura delle cose. Questa Istoria pertanto comprende le azioni, che dagli uomini fatte si sono per contemplare il mentovato Mondo reale, per descriverlo, per perfezionarlo.

[50] La Storia finalmente delle operazioni dell'uomo circa il Mondo immaginario comprende la Storia di quelle finzioni, che sarebbero possibili secondo il corso della Natura ordinario. Inoltre di quelle finzioni, le quali quantunque forse mai non sieno per essere, tuttavia non si possono rigorosamente chiamar impossibili anche secondo il corso ordinario della Natura: tali dovrebbero essere le azioni delle buone Tragedie, e Scrittore d'un tal genere di Storia fu, come crede il dotto Maffei, Igino, il quale raccolse, secondo che egli stima (15), gli argomenti di quelle più famose tragedie, che correvano a' suoi tempi: tali sono quelle ridenti campagne popolate della vivace, e delicata fantasía di un Teocrito, di un Virgilio, di un Gessner di così gentili, e virtuosi pastori, ove ogni verso spira amenità, verdura, e rusticane pastorali delizie. In questo modo ci danno i Poeti un Mondo immaginario più bello del reale. Comprende quindi la Storia di quelle finzioni, che immaginano ciò, che non è, né esser potrebbe secondo il natural corso delle cose, ma soltanto straordinariamente, e per prodigio potrebbe avvenire; tali sono [51] molte cose maravigliose narrate da un Ariosto, da un Tasso, e da mille altri Poeti, Epici principalmente. Comprende in ultimo la Storia di quelle finzioni, che mai non potrebbero esser vere, perché ripugnanti, come il Dio de' Manichei, ed in grandissima parte la Mitología degli antichi, che disonora la Divinità, non solo rappresentandoci molti Dei, ma di più questi medesimi Dei nemici, e guerreggianti tra loro, malefici, lordi di vizj nefandi, mentitori, beoni, aggiratori del genere umano, quali ci vengono descritti da Omero. Furono di questa inventori il popolo, ed i Poeti, Storici delle loro invenzioni Pluche, Bannier, ed altri.

La Poesia più si estende che la Storia, poiché non solo emula nell'inventare la Natura, ma la sorpassa, allargandosi negli immensi spazj immaginari: ma la Storia però abbraccia poi eziandio queste invenzioni, non in quanto invenzioni, ma esponendole in quanto sono azioni di uomini. E per questo capo se danno da narrare alla Storia, danno anche da ragionare alla Filosofia. La Storia morale comprende sotto di se quella, che comunemente chiamasi Storia Civile, e v'ha ancor luogo parte di quella, che chiamasi Storia Ecclesiastica, cioè la [42] Storia della Religione in quanto dalle libere azioni dell'uomo dipende. La Storia poi delle operazioni dell'uomo circa al Mondo reale abbraccia la Storia estrinseca delle Scienze, e delle Arti, vale a dire non quello, che contemplare, descrivere, o perfezionar si potrebbe nella Natura (che questo abbiam veduto appartenere alla Storia delle sostanze in se), ma quello, che veramente dagli uomini fu fatto.

Alla Storia delle operazioni degli uomini circa al Mondo reale si vuol anche riferire la Storia dell'Arte Storica, e la Storia degli Storici. La Storia dell'Arte Storica: non già quella, che resta compresa sotto la Storia della Natura, ossia delle sostanze in se, cioè in quanto, posta la natura degli uomini, e del Mondo, esistono quelle proprietà, e relazioni, che constituiscono l'intrinseco di quest'Arte, onde il cercarle Filosofia, l'esporle Storia intrinseca dell'Arte Storica dir si potrebbe, ma bensì quella, la qual si adopera nel descrivere le opinioni, che ebbero gli Scrittori, che dettarono Trattati intorno a questo Soggetto. A questo genere di Storia si può riferire quel poco, che abbiamo intorno a tali Scrittori accennato nel Capo antecedente, e questa chiamar si potrebbe Storia estrinseca dell'Arte Storica.

[53] Si può pure aggiungere alla Storia delle operazioni umane circa al Mondo reale la Storia degli Storici, che comprende la notizia degli Scrittori di ogni genere di Storia, sia della Natura in se, che delle operazioni degli Enti liberi, (che nel Mondo reale non sono soltanto le sostanze necessarie, e permanenti, ma anche le operazioni libere, e fugaci), vale a dire quando fioriti, quali opere abbiano scritto, quai giudizi ne sieno stati recati, e simili. Tali sono i libri del Vossio, degli Storici Greci, e degli Storici Latini; e questa specie di Storia si divide in quelle tante specie, in cui la Storia medesima si divide. L'unica differenza pertanto, che corre tra la Storia, e la Filosofia, altra non essendo, se non che la Filosofia, cerca il vero, la Storia lo espone; onde ampiamente in due parole si può definire la Storia, chiamandola, come abbiam detto, l'esposizione del vero, la Filosofia poi ricerca del vero, ne segue, che l'investigare, quali verità portino il pregio di essere ricercate, quale sia il modo di esporle, è quello, che forma l'Arte Storica in genere.

Potrebbe opporre taluno, che non si può cercare filosoficamente quali sieno le verità, che portino il pregio di essere ricercate, ed [54] esposte, quale sia il modo di esporle, nel che diciam consistere l'Arte Storica, se prima non si sanno queste verità storicamente, onde l'Arte Storica così definita suppone la Storia già nota, e la Storia suppone l'Arte Storica, dal che ne seguirebbe, che né l'una, né l'altra esisteressero.

Negar non si può, che qualche apparenza non abbia questa opposizione, si vuol nondimeno avvertire, che chi così ragionasse, mostrerebbe di credere, che queste due facoltà fossero tra loro di tal fatta interamente divise, che là principiasse precisamente l'Arte Storica, ove tutta la Storia finisse, che sarebbe tanto come dire, che l'uomo non unisse, paragonasse, o giudicasse delle idee innanzi di aver tutte le idee delle cose esistenti, e delle proprietà loro, la quale Scienza essendo al solo Ente infinito riserbata, si verrebbe a togliere il ragionamento all'uomo; ma ben diversamente procede la cosa. Tosto che comincia l'uomo a conoscere la sua propria esitenza, se gli presenta uno scarso numero d'idee, che ricava dal fondo della sua natura medesima, od i sensi gli somministrano quasi una breve, ed assai ristretta Storia, ed ecco che tosto compare in lui quella facoltà di unire, e [55] separare queste poche idee, astrarne dalle particolari altre più generali. confrontarle, giudicare della loro convenienza o no, e questo si può chiamare il primo passo filosofico dell'uomo. Da quelle idee poi, che in questo modo si viene formando, dopo che se ne è assicurato della certezza, e le ha avanti alla mente, nasce una nuova Storia, che dà materia ad una nuova Filosofia, vale a dire ad un'altra Arte Storica, e così procede innanzi (16). Fatto sta, che l'intera cognizion delle cose, come già ho accennato sopra, può paragonarsi alla descrizione di un cerchio, che non si ha intero, se non quando si arriva a congiungere il primo punto, da cui partito è il compasso coll'ultimo, voglio dire, che contribuendo una verità alla più perfetta cognizione di un'altra, la perfetta cognizione della verità, da cui altri è partito, non si ha, se non dopo che il medesimo Filosofo è giunto ad altre verità, a cui la prima stessa, così come la conoscea soltanto per certi lati, gli avea [56] aperto la strada; onde non dee riuscire strano, che aver non si possa perfetta cognizione dell'Arte Storica, se non dopo che uno sa perfettamente la Storia.

Del resto chiamandosi, come abbiam detto, Arte Storica quela operazione filosofica, che l'uomo fa nello scegliere la ricerca di quelle verità, che a' suoi fini possono essere più giovevoli, e ritrovare, del modo di esporle a maggior vantaggio de' lettori, ne segue, che da una Storia già nota nasce l'Arte Storica, o ricerca filosofica, che vogliam dire, di un'altra Storia. Così la Storia nota de' mali sì morali, che fisici dell'uomo accenna quali verità si vogliano ricercare per rimediarvi, vale a dire dà l'Arte Storica della Storia de' rimedj. Tante sono pertanto le Arti Storiche, quante sono le diverse specie di Storia.

Questo basti intorno alla prima partizione, di cui capace è la Storia per rispetto alla diversità delle materie, che abbraccia. Mi resta solo da avvertire, che se quello, di cui sin ora abbiam ragionato, comprende ogni specie di Storia, in quanto a quello, che a soggiugner mi resta, quantunque si potesse per avventura adattare in parte a tutti i generi di Storia, stimo nondimeno necessario [57] restringerlo a quanto può servire alla Storia delle operazioni umane, che è ciò, che comunemente intendesi sotto nome di Storia; perché altrimenti l'Arte Storica stendendosi così ampiamente, come abbiam veduto, abbraccia ogni cosa. Era però necessario premettere queste osservazioni per farsi una chiara idea di quelle connessioni, che ha l'Arte Storica, di cui ragionar dobbiamo, con tutto ciò, che rigorosamente parlando Storia, ed Arte Storica può nominarsi.

 

§. III. Partizione seconda della Storia per rispetto alla estensione.

Veniamo adunque all'altro aspetto, sotto cui, secondo che detto abbiamo, debbono osservarsi le varie facce della Storia, cioè come si divida per riguardo alla estension sua, intorno alla qual cosa credo, che poche parole potranno bastare.

Ognun vede, che dee la Storia dividersi per la estension sua di tempo, di paese, di persone: come sarebbe la Storia di tutti i secoli, o di un tal secolo, la Storia di tutti i paesi o di alcuno in particolare, la Storia [58] di una persona sola, ovvero di molte (poiché la Storia compita di tutte le persone abbraccerebbe interamente tutta la Storia delle umane azioni). Può essere Storia di maggior estensione di tempo, e di minore di paese, come per atto di esempio gli Annali d'Italia del Muratori sono molto più estesi di tempo, che le Storie del Tuano, ma le Storie del Tuano sono molto più estese di paesi. Così può darsi, che la Storia della vita di una particolar persona comprenda maggior spazio di tempo, che una tale Storia di molte. La Storia della vita di Cicerone è più estesa in tempo, che quella della congiura di Catilina, benché la prima sia di una persona sola, l'altra di molte.

Si dee però notare, che essendo le azioni degli uomini le une colle altre sì strettamente connesse, non si potrebbero perciò narrare le azioni di Cicerone, per servirmi di questo medesimo esempio, senza narrar non poche delle azioni di coloro, ch'ebbero parte nella congiura di Catilina. Vi sono ciò non ostante certi limiti, ma non potendosi questi fissar precisamente, lasciar si debbono alla discrezione dello Storico: così il Signor Middleton non dovea inserire nella vita di [59] Cicerone, come di fatti non inserì, tutta la intera narrazione della congiura di Catilina, quale da Sallustio ci vien descritta.

Dirò di più: talvolta queste varie estensioni di Storia diventano così principali, che dominano in certa maniera sopra la prima, e principal divisione, che abbiam fatto della Storia per rispetto alla materia, ond'è forza mescolare varj, e diversissimi generi di Storia. E per prendere dalla Storia in quanto abbraccia più o meno persone un esempio più moderno, la vita del famoso Grozio non solamente comprende una parte notabile della Storia estrinseca delle varie facoltà, a cui diede opera quel Letterato, ma quello che è più comprende pure non picciola parte delle negoziazioni politiche de' suoi tempi, come appare dalla vita di lui dottamente compilata da un Letterato Francese (17).

 

§. IV. Terza partizione della Storia per rispetto al diverso modo di essere trattata.

L'ultimo aspetto, sotto cui può essere riguardata la Storia, è, come detto abbiam [60] sopra, in ordine al vario modo di essere trattata. Le somme partizioni per questo riguardo a me pare, che sieno in Istoria mera, ed Istoria mista; in Istoria perfetta, ed in Istoria imperfetta.

La Storia mera è allorché in qualunque genere di Storia lo Storico narra soltanto ciò, che stima vero, senza ragionarvi sopra in nessun modo. Lo Storico è in una parola Storico unicamente, non Filosofo.

La Storia mista poi è quando lo Storico mescola il ragionamento colla Storia, e questo può farsi per mio avviso in due maniere. La prima si è quando lo Scrittore non contento di narrare ciò, che stima vero, reca in mezzo le prove di quello, che asserisce; il che è necessario nelle Storie antiche, dubbie, ed oscure. L'altro modo è quando, non le prove di ciò che narra, e che suppone provato, ei reca in mezzo, ma espone que' ragionamenti, i quali crede, che giovar possano ad indirizzare al suo vero fine quel genere di azioni, di cui egli ha preso a dettar la Storia. Di tal genere è una bell'Opera di un nostro Letterato Piemontese di fresco uscita alla luce (18).

Si può del resto con maggiore, o minor riserbo mescolare la Storia col ragionamento, e si può mescolare a tal segno, che la Storia diventi Dissertazioni critiche, o Trattati di Scienze. L'Adelaide Illustrata di un altro nostro Letterato Piemontese, Opera restata imperfetta per la intempestiva morte del suo dotto Autore (19), si dovrebbe chiamar piuttosto ricerche critiche intorno agli Antenati di quella Principessa, che Storia. Le considerazioni del Montesquieu sopra la grandezza, e la decadenza de' Romani formano piuttosto un Trattato plitico, che una Storia.

L'altra partizione della Storia per rispetto al diverso modo di essere trattata è in Istoria perfetta, ed Istoria imperfetta, nel che è da considerare, che l'Istoria può [62] essere mera o mista ad arbitrio dello Scrittore, non così sempre perfetta, od imperfetta. Per Istoria compita, e perfetta non intendo già, che comprenda un'assai ampia materia di Storia, ma che contenga solo tutte quelle notizie, che bastano per dare una sufficiente idea di quella tale azione, facoltà, secolo, o persone, che ha tolto lo Scrittore per suo scopo, onde potrebbe essere imperfetta a cagion di esempio una Storia di tutte le belle Arti, perfetta quella di una soltanto di queste. Essendo adunque Storia imperfetta quella, che non somministra tutti que' tali dati, di cui non si può fare a meno per presentare una chiara idea di ciò, che forma l'intento dell'Autore , ben si comprende, che non sempre può essere perfetta, ancorché egli desideri, che riesca tale: perciocché se alcuna volta lo Scrittore fa pensiero di scrivere una Storia imperfetta, o preparazione di materiali per una Storia, che chiamar la vogliamo, molte fiate gli è necessario, senza che sia sua intenzione, scriverla imperfetta per mancanza di memorie, e se le Storie scritte nel primo modo sono come volontarj schizzi di un Pittore, le altre, per servirmi della similitudine [63] di Bacone (20), sono come pitture guaste, e mutilate dalla antichità.

I Fasti, le Cronologie poi, i Registri, i Giornali, le Collezioni di Diplomi, e di Lettere, le Memorie ec., per non andar presso a tanti altri nomi, non sono altro se non materiali della Storia; nel che si vuol osservare però, che alcuni per modestia danno nome di memorie a Storie compite, come Cesare a' suoi Comentarj. Né si dee pure tralasciare, che talvolta, trattandosi principalmente di quella specie di Storia, che non per difetto, o per intenzion dell'Autore resta imperfetta, ma per la scarsità delle memorie, può in un lungo corso di Storia restare questa in qualche parte imperfetta, ma per questo chiamar non potrebbesi giustamente il corpo intero Istoria imperfetta.

A questa specie di Storia imperfetta per mancanza di memorie si riferiscono pure le Antichità, adattando questa voce non a quelle sparse memorie di Storie particolari, che quelli, i quali comunemente vengono chiamati Scrittori di Antichità raccolgono sotto un solo punto di vista, come farebbe la Storia del modo di vestire de' Romani, delle [64] armi, de' conviti, degli spettacoli, de' bagni, e di altri usi, e costumi loro, essendo talvolta queste particolari Storie, Storie perfette, e compite, ma bensì adattandola alle imperfette notizie, ch'altri può ricavare, spettanti eziandio alla Storia generale di una Nazione, o di un Secolo, e queste si possono propriamente chiamare, secondo l'espression di Bacone, tavole scampate dal naufragio. Tale è, per recarne un esempio, l'Introduzione alla Storia di Danimarca del Signor Mallet.

Una sola cosa a proposito di questa divisione in Istoria mera, e mista, perfetta, ed imperfetta mi resta ad aggiungere, ed è, che una Storia mera può essere perfetta, od imperfetta, lo stesso dicasi di una Storia mista, come anche può essere una stessa Storia in parte mera, in parte mista, in parte perfetta, in parte imperfetta, parte mista in un modo, parte mista in un altro, essendo, come ognun vede, diverse qualità della Storia, che in una Storia medesima diversamente combinar si possono.

Del resto noi infino ad ora siamo andati investigando la natura delle cose per istabilire que' punti , e que' limiti più fissi, che per noi si potesse nelle diverse specie di Storia, [65] ma non è perciò da credersi, che possano a questi esatti confini adattarsi gli Storici. La Natura sia per rispetto al Mondo spirituale, e corporeo, sia per rispetto all'intellettuale, quantunque chiuda nel suo seno certe linee, direi così, d'intera, e total separazione di una cosa, o per dir meglio classe, o catena di cose da un'altra, come sarebbe tra una curva, ed una retta, tra lo spirito, ed il corpo, a questa stessa linea di totale, e rapida separazione si va per molti gradi, ed insensibili sfumamenti avvicinando, e le ultime anella di una classe hanno tuttavia molte relazioni colle prime della seguente, onde sia il Filosofo, che la osserva, sia lo Storico, che la descrive, non possono non oltrepassare i limiti, con cui ella ha segnate, e divise per maniera di dire le sue provincie.

Ciò posto utile certameente è allo Storico il sapere i precisi confini de' varj generi di Storia per ridurre ogni idea composta alle più semplici, la prima e la più necessaria operazione, che far si debba per ritrovar la verità, per sapere il fine di ciascheduna di queste specie, l'oggetto, quali sieno le cognizioni necessarie per trattarle. Ma dee poi riflettere, che a cagione di ciò, che [66] abbiam detto testé, non può tra questi precisi limiti restringersi, ed alla Natura, che per degradazioni procede, e che tante relazioni tra cose diverse conserva, dee pur egli adattarsi.

Tratteremo ora pertanto, discendendo alla più comune pratica, di ciò, che secondo il volgar uso per Istoria s'intende, quali parti abbracci delle divisioni, che abbiamo dato finora, quali relazioni conservi con queste parti, che si tralasciano, de' suoi varj mescolamenti, e fini, e principalmente di quel mescolamento di varie Storie, che chiamasi Storia generale di una Nazione.



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Note al capitolo II

(1) Bac. Verul. de Dignit., et Aug. Scient. Lib. II. Cap. I.

(2) Idem ibid.

(3) «Sensus idola omnigena Phantasiae tradit, de quibus postea Ratio judicat. At Ratio vicissim idola electa, et probata Phantasiae transmittit priusquam fiat executio decreti». Bac. Verul. de Dignit., et Aug. Scient. Lib. V. Cap. I.

(4) «Poesis individuorum est confictorum ad similitudinem illorum, quae in Historia vera memorantur; ita tamen ut modum saepius excedat, et quae in rerum natura numquam conventura, aut eventura fuissent ad libitum componat, et introducat; quemadmodum facit et Pictoria, quod quidem Phantasiae opus est». De Aug. Scien. Lib.II. Cap. I.

(5) «Della Galatea mi terrei un gran maestro,se ec… e le dico, che per dipingere una bella mi bisogneria veder più belle, con questa condizione, che V.S. si trovasse meco a far scelta del meglio: ma essendo carestia e di buoni giudicj, e di belle donne, io mi servo di certa idea, che mi viene alla mente». Rafaello da Urbino in una lettera al Conte Castiglione, che sta nelle Opere di quest'ultimo pag. 307. ediz. Comin.

(6) Vasari vite de' Pittori Tom. II.

(7) «Memoriae itaque est semper animo excitare dormientes ideas, quae nobis pro re data necessariae sunt». Lock. de Intellect. Humano Lib. II. Cap. X. § 8.

(8) Arist. de Anim. Cap. I.

(9) Genovesi Logic. Lib. IV. Cap. VI. §. 2.

(10) Element. Metaph. Pars altera Cap. V. Prop. LIV.

(11) Meglio sarebbe detto della Storia ciò, che Bacone dice della Filosofia. «Ea vera est Philosophia, quae Mundi ipsius voces fidelissime reddit, et veluti dictante Mundo conscripta est, et nihil aliud est quam eiusdem simulacrum, et reflexio, neque addit quidquam de proprio, sed tantum iterat, et resonat». De Sapient. vet. n. VI. L'esposizione della natura del Mondo è Storia, la ricerca Filosofia.

(12) «Quod si quis a mente fuerit omnino alienatus cuiusmodi sunt furiosi ac rerum, quae gerentur ignari, eorum actiones non tam humanae, quam divinae, aut naturae depravatae, aut Daemonis ipsos agitantis esse videntur». Bodin Method. ad facil. Hist. cognit. Cap. III.

(13) «Ea (Prophetia) Historiae genus est: quandoquidem Historia divina ea polleat supra humanam praerogativa, ut narratio factum praecedere non minus quam sequi possit». Bac. de Aug. Scient. Lib. II. Cap. I.

(14) Bac. loc. cit.

(15) Maffei Lettera dedic. della Merope.

(16)« Dal vedere il Sole, i Pianeti, le Stelle, dal considerare i loro moti, e cambiamenti nasce una immensa quantità di notizie, che ordinate poi insieme formano l'Astronomia. A questa medesima maniera si sono formate la Fisica, la Medicina, la Statica, ec». Genovesi Logic. Lib.II. Cap. II. §. XIV.

(17) Burigny Vie de Grotius.

(18) Delle Rivoluzioni d'Italia libri ventiquattro di Carlo Denina. I due primi volumi di quest'Opera furono tosto tradotti in lingua Francese dall'Ab. Jardin, e stampati in Parigi, ed il Journal des Sçavans (Juillet 1771. pag. 1368, in 12.) dopo averne dato un ampio estratto conchiude pag. 1384 «Monsieur Denina parcourt… l'Histoire d'Italie, non en simple Annaliste, mais en homme éclairé qui a réfléchi sur les événemens qui recerche quelles sont les causes, qui les ont produits, et ce qu'ils ont occasionné eux mêmes. Toutes ces discussions réunies forment un Ouvrage intéressant, et utile particulièrement à ceux qui veulent connoître à fond l'Histoire d'Italie».

(19) Terraneo Adelaide Illust. tom. II. in 4.

(20) Bacon. de Aug. Scient. Lib. II. Cap. VI.



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