Eliohs: Electronic Library of Historiography
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Edizione di scritti scelti di Salvatore Rotta

(1926-2001)

Note editoriali

Comitato editoriale:

Guido Abbattista|Franco Arato|Pierangelo Castagneto|Calogero Farinella|Rolando Minuti

Presentazione

Con la ripubblicazione dei due saggi "Economia e società in Montesquieu" (1993) e "Quattro temi dell'Esprit des Lois" (1988), prende avvio l'edizione digitale in linea degli scritti di Salvatore Rotta, scomparso a Genova esattamente un anno fa, nel febbraio 2001: alla sua commemorazione anniversaria questa iniziativa vuole rappresentare un piccolo contributo.
Più ampie motivazioni tuttavia hanno dato vita a questo progetto. Ad ispirarlo non è stato solo il desiderio di rendere omaggio a una grande figura di studioso che lascia un vuoto incolmabile nella storiografia italiana sul Settecento, ma anche la speranza che questa impresa editoriale consenta di ridare unità formale e visibilità a scritti pubblicati nell'arco di circa trentacinque anni nelle sedi più disparate e talvolta meno note.

La ricerca di Salvatore Rotta ha valso allo studioso una fama di eccezionale erudizione, ma ha anche generato un'immagine di dispersione, di occasionalità e di frammentarietà che solo in minima parte corrisponde al vero.

In realtà, è facile retrospettivamente rendersi conto di come il lavoro di Rotta abbia seguito alcuni filoni molto precisamente identificabili, corrispondenti a campi d'interesse vitali e mai abbandonati nel corso di una prolifica carriera. Basta uno sguardo alla bibliografia completa degli scritti che pubblichiamo nell'ambito del presente progetto, a completamento di quella che gli allievi prepararono nel 1996, in occasione del settantesimo compleanno, per vedere come gli studi su Montesquieu e l'Illuminismo francese abbiano rappresentato, di quei filoni, uno dei più duraturi, fecondi e brillanti. Ultima testimonianza, vorremmo quasi dire 'monumento', di questa decennale riflessione è stata, del resto, proprio l'edizione critica dello Spicilège, che ha catalizzato le energie dello studioso - senza affatto assorbirle per intero - negli ultimi anni della sua vita e che rappresenta il suo contributo alla grande edizione delle Oeuvres complètes montesquieuiane, in corso di pubblicazione per la Voltaire Foundation, e uno dei suoi lasciti più significativi. Il valore esemplare dei diversi saggi su Montesquieu, che, presi insieme, costituiscono un apporto di grande qualità alla conoscenza del pensiero del presidente di Bordeaux, non può tuttavia oscurare l'originalità assoluta delle ricerche condotte da Rotta in altri ambiti: l'Illuminismo italiano, per esempio, la storia della cultura italiana e la storia della scienza in Europa tra '600 e '700, la storia culturale e politica della repubblica genovese in età moderna.

Benché autore di alcuni stimolanti scritti di sintesi, Rotta era storico che, per tratti caratteriali e per stile di lavoro, poco simpatizzava con quel genere storiografico. Ne è testimonianza la rarità, nel complesso della sua produzione, di lavori a carattere generale: un aspetto che non sorprende certo chi abbia avuto modo di seguirlo nella sempre sofferta gestazione e conduzione di una ricerca, fino al licenziamento per le stampe di una versione conclusa a malincuore e di cui quasi mai lo si udì dichiararsi soddisfatto. La dimensione ottimale della ricerca era per Rotta quella del saggio monografico. Qui sapeva dispiegare il massimo dell'energia, qui, nella profondità dello scavo, la sua passione instancabile per l'esattezza o la novità del particolare prevaleva su qualsiasi pretesa di generalizzazione o di categorizzazione. Non si trattava affatto di  pura propensione erudita, ma dell'espressione di un irrinunciabile rigore filologico e insieme "morale". Rotta identificava istintivamente il compito principale del ricercatore, traendone personalmente motivo di operosità, nel procurare conoscenze nuove e significative, sempre controllate e verificate, e, insieme, nel non sottrarsi alla responsabilità del giudizio. Lo studio d'impianto biografico, anche quando si trattava di editare epistolari e carteggi, costituiva per lui - uno degli storici delle idee meno storicisti che sia possibile immaginare -  la forma forse più congeniale e quella nella quale ha prodotto le cose sue migliori. Crediamo non lontano dal vero individuare la sostanza della sua storiografia nell'idea che ciò che è degno di storia fossero non le 'strutture', il 'collettivo', l'opinione', bensì l'intelligenza umana, la creatività dei singoli, la loro capacità di apprendere, studiare, innovare, operare nella propria società e nella propria cultura, per migliorarle con un contributo di originalità e di non conformismo.

Salvatore Rotta era, infine, uomo che, per quanto amasse intensamente la ribalta, la pubblica discussione, la partecipazione ai dibattiti e ai convegni, non teneva però particolarmente alla visibilità editoriale e accettava di pubblicare i propri lavori senza alcuna preoccupazione per la loro effettiva possibilità di circolazione.

Certamente tutti questi elementi hanno contribuito in modo diverso a costruire della sua opera un'immagine di frammentarietà e di dispersione.

La lettura dei singoli studi, in realtà, rivela sempre una brillantezza,una acutezza, una profondità di pensiero, un gusto - per il risultato dell'indagine, per la completezza delle ricostruzioni, per il senso dell'intuizione, per la soluzione del problema interpretativo o filologico, talvolta per lo sberleffo e la boutade all'indirizzo delle idées reçues - che ne costituiscono il valore assoluto e che conferiscono loro interesse e piacevolezza decisamente rari nella produzione accademica.

È però sicuramente vero che molti dei migliori studi rottiani furono pubblicati, come si dice, 'alla macchia'. Bene lo sanno i suoi estimatori, che nel corso degli anni non hanno mai finito di scoprire un particolare contributo di cui non avevano mai sentito parlare o che, conoscendolo, non erano mai riusciti a leggere, proprio per la sua ristrettissima circolazione.

Sono questi i motivi che hanno persuaso dell'opportunità di ripubblicare una ampia scelta degli scritti di Salvatore Rotta, raccogliendoli secondo interni, naturali criteri di affinità tematica e talvolta riesumandoli dall'esilio loro riservato da sedi editoriali non di primo piano.

Siamo certi che potranno così essere apprezzate appieno e nel modo dovuto l'importanza del suo contributo alla storiografia del Settecento europeo e la sua figura di grande ricercatore e di autentico, benché inquieto e tormentato maestro.


La riedizione avverrà in formato digitale in linea sotto forma di volumi distinti, corrispondenti ciascuno ad una delle aree tematiche indicate nel dettaglio del "Piano di edizione" e che troveranno collocazione all'interno della biblioteca telematica Eliohs.
Anticipazione di alcuni singoli scritti verrà data sulla rivista elettronica Cromohs. L'edizione non includerà le opere monografiche apparse come volumi separati o quelle più ampie pubblicate all'interno di opere collettive ben note e diffuse.

Desideriamo esprimere un ringraziamento collettivo a tutti coloro - studiosi, colleghi, amici, editori - che hanno variamente contribuito alla realizzazione di quest'impresa, in particolare accordando il permesso per la ripubblicazione di lavori apparsi originariamente all'interno di riviste, collezioni, atti di convegni.

L'edizione è dedicata a Lucia Rotta Falcone, come tributo alla memoria dell'uomo che è stato il compagno della sua vita.

Febbraio 2002

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